L’artista possiede una cultura professionale dell’architettura che gli permette di organizzare con maestria i volumi nello spazio. Le architetture di Roberto Mercoldi offrono pareti sulle quali non c’è appiglio o riposo. Le sue visioni, che escludono il dettaglio delle figure umane, descrivono un universo di forme che, visto dal fondo, chiuderebbe lo spettatore in una morsa. Roberto Mercoldi ha trovato, nel precipizio, la sua metafora del movimento, richiamata dallo sventolio dei drappi. A questa sua cultura di partenza, va aggiunta anche un’attitudine “apocalittica” dell’attualità, in cui vive la suggestione per un’imminente crisi della civiltà, con la città diventa un contenitore alienato.

Intro(pro)spettiva

Le Opere esposte