Quando il pensiero inizia a vagare nei meandri del mondo interiore, prima di essere rapiti vertigini o stati di perdimento, capita di cercare un approdo, un luogo in cui è possibile guardare il tutto con uno sguardo che si proiettata dentro, ma che mantiene un piede oltre il confine, al limite dello smarrimento. Una vetta in cima ad una montagna, una scogliera a picco sul mare, un masso ai piedi della bocca di un vulcano sono metaforici paesaggi di rivelazione, trasferibili invero sul sedile di un tram, sul cuscino di un divano, sul tavolo di lavoro, nonché tra i passi sul marciapiede, nell’isolamento tra la folla. Ovunque possiamo essere colti all’improvviso da un rapimento, seppure fugace e furtivo. L’esistenza è percorsa da esperienze e avvenimenti che talvolta scorrono come l’acqua, lasciando sulla pelle poco di loro, talaltra invece ci attirano a sé come campi magnetici, tanto che possiamo vivere eventi significativi che perdurano nella nostra mente, ma anche pensieri vaganti e sottili che percorrono le membra lasciando su esse una traccia. La mostra personale di Adua Martina Rosarno, costituita da ben una trentina di opere inedite, più quella premiata nella sezione under 30 di Arteam Cup 2016, rivela le suggestioni depositate nel suo lavoro, ogni attrazione, sensibile, è un punto di tangenza, di incontro, è humus creativo assorbito nell’immaginario pittorico.

Attrazioni

LE OPERE ESPOSTE

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ESPOSTE

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